Nastri per trasportare materiali : un’innovazione nel campo dell’industria
Come è possibile intuire, il nastro trasportatore svolge il compito di trasportare oggetti e materiali di vario tipo. La sua invenzione viene fatta risalire generalmente agli inizi del '900, uno dei periodi più floridi per lo sviluppo industriale della civiltà umana. Il primo a capirne l'utilità e le potenzialità fu Henry Ford, che nel 1913 introdusse nella sua casa automobilistica i nastri per trasportare materiali che, assieme alla catena di montaggio, rivoluzionarono i processi industriali.
Le conseguenze furono che la produttività aumentò e i tempi di produzione vennero notevolmente diminuiti in quanto i materiali trasportati potevano essere assemblati e montati da più operai. Tale fenomeno viene chiamato fordismo e per la sua importanza è considerato uno dei pilastri dell'economia del XX secolo. Nel panorama italiano, la prima industria che si interessò alla tecnologia del nastro trasportatore fu la FIAT.
Ma com'è fatto il nastro trasportatore e come funziona?
La prima parte essenziale di tale dispositivo è il nastro, solitamente realizzato in gomma. In base alle sue funzioni e alla tipologia di materiale da trasportare, può essere realizzato anche in acciaio o in plastica. Tale nastro forma una banda chiusa ad anello che, trainata da rulli inferiori e superiori, ne permette il movimento. Il principio è simile a quello della catena della bicicletta. La superficie esterna del nastro è quella su cui vengono posizionati i materiali, quella interna invece è a contatto con un cilindro, il tamburo a motore. Questo corpo tramite una catena di trasmissione o una cinghia o una serie d'ingranaggi garantisce il movimento. Il tamburo a motore è anch'esso chiuso ad anello ed è solitamente posizionato nella parte anteriore del nastro trasportatore. Dall'altra parte del nastro trasportatore, nella parte posteriore, è presente un secondo cilindro.
Quest'ultimo è chiamato cilindro di rinvio ed è il dispositivo che riceve il movimento del tamburo a motore e permette dunque il moto di andare e tornare utile per lo spostamento dei materiali. Nei nastri più lunghi sono spesso presenti rulli portanti e rulli di sostegno che servono a non compromettere la giusta tensione del nastro e di sponde laterali per evitare la fuga dei materiali. Ciò avviene perchè il tragitto del nastro trasportatore non è necessariamente dritto ma può anche incontrare curve, andare in verticale o in orizzontale. Nella produzione o nei trasporti di materiale il nastro può assumere delle configurazioni diverse a seconda della materia trasportata (configurazione a conca o a nastro piano). Nel caso in cui il materiale da trasportare fosse alla rinfusa viene scelta come configurazione quella a conca.
I nastri trasportatori di ultima generazione sono dotati di rulli con anelli d’impatto, che servono ad attutire gli urti causati dalla caduta del materiale, evitando allo stesso tempo il danneggiamento del nastro. Gli anelli in gomma sono resistenti all’abrasione e permettono quindi di realizzare una maggiore superficie di contatto con il nastro trasportatore, diminuendone l’usura.
Attualmente la diffusione dei nastri per trasportare materiale riguarda in primo luogo l'ambito industriale che, con l'avvento dei computer e l'introduzione di nuove tecnologie, ha incrementato ulteriormente la sua efficienza. Ma è possibile trovare altre applicazioni fuori dalle industrie come per esempio negli aeroporti, utilizzato per il trasporto dei bagagli ma anche per spostare le persone nei marciapiedi mobili.
Uno delle aziende leader nella produzione dei nastri per il trasporto dei materiali è Larioreti di Lecco, sul sito sono presenti tutti i modelli.